ROMA — Sono stati gli uomini che rappresentavano il vertice di Al Qaeda
in Iraq a decidere l'attacco contro i militari italiani a Nassiriya. Tra
loro, anche Abu Ornar Al Masri, indicato come il successore di Al
Zarqawi. Questo emerge dal rapporto consegnato alla magistratura romana
dai carabinieri del Ros che ricostruisce la strage e indica le undici
persone, tra mandanti ed esecutori, che il 12 novembre 2003 provocò la
morte di dodici carabinieri, cinque soldati e due civili. Il dossier
assegna i ruoli operativi e disegna la strategia terroristica partendo
dalla confessione di Al Kurdi, l'uomo che ha ammesso di aver
pianificato l'attentato e altre 36 azioni e che per questo è già stato
condannato da un tribunale di Bagdad alla pena capitale. Ma analizzare
anche i risultati dei rilievi tecnici effettuati all'interno della base
Maestrale e i documenti di rivendicazione. Gli investigatori guidati dal maggiore Massimiliano
Macilenti hanno consegnato tra l'altro un video diffuso nel giugno 2004
che mostrale fasi salienti della preparazione e contiene un messaggio
diretto al governo italiano, all'epoca guidato da Silvio Berlusconi.
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Si intitola «La conquista di Nassiriya contro il contingente
italiano» e si apre con l'immagine di bandiere con il tricolore,
disposte orizzontalmente che sfumano sulla foto dell'ex premier. Poi,
una voce in sottofondo recita il comunicato di propaganda: «Un tank
carico di 4 tonnellate di esplosivo... Sono morte più di 200
persone...». Compaiono le immagini della base distrutta e lo speaker
continua: «Vi pentirete, ma solo quando vano sarà ogni pentimento.
Dopodiché i nostri cavalli calpesteranno la tua terra e
conquisteranno finalmente la roccaforte del male e dell'eresia,
Roma, realizzando così la promessa del nostro Profeta».
Sono gli stessi terroristi ad affermare che «è stata
una delle più difficili operazioni che i nostri martiri abbiano mai
condotto, ingente per numero di morti tra polizia, protezione civile, collaboratori
e miscredenti. Difficile per la presenza di
numerosi posti di
controllo che ha costretto i fratelli a superare le barriere
innanzitutto americane, poi quelle ucraine, infine quelle italiane».
Delle undici persone denunciate nel rapporto, quattro sono morte, compreso Al Zarqawi. Nelle
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scorse settimane i pubblici ministeri della capitale hanno sollecitato le autorità irachene a sospendere l'esecuzione della condanna
all'impiccagione di Al Kurdi comu-nicando ufficialmente di volerlo
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LA CONFESSIONE
Abu Ornar Al Kurdi, in carcere
in Iraq, ha ammesso di aver
pianificato l'attacco. A sinistra,
un soldato dopo la strage
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processare. È possibile che
adesso segnalino anche gli altri
nomi. In particolare quelli dei
componenti del «Consiglio della
shura», l'organo ideologico-religioso di Al Qaeda che avrebbe dato il via libera alla strage durante
una riunione avve-nuta a Falluja.
Nel rapporto l'attacco è ricostruito nei dettagli con l'autocisterna imbottita di esplosivo e
con due persone a bordo che si avvicina alla base, i due kamikaze
che fanno fuoco contro il personale di guardia con un fucile mitragliatore, il mezzo che riesce ad arrivare sino alla piazzola davanti al
varco carraio e poi salta in aria.
Fiorenza Sarzanini
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